Integratori per la Dieta Chetogenica
Quando si segue un regime alimentare che esclude intere categorie di alimenti, come accade con la Dieta Chetogenica, il rischio di carenze nutrizionali non è un dettaglio trascurabile. Ridurre drasticamente i carboidrati comporta una serie di adattamenti fisiologici, alcuni vantaggiosi, altri potenzialmente problematici se non gestiti correttamente. Uno degli effetti più immediati, e spesso sottovalutati, è la perdita accelerata di liquidi e sali minerali, che può compromettere energia, lucidità mentale, performance fisica e aderenza alla dieta.
In un percorso chetogenico ben strutturato — come quello proposto da Vita Chetogenica — la supplementazione non è un “di più”, ma uno strumento strategico per aumentare la sostenibilità della dieta nel tempo, ridurre gli effetti collaterali e migliorare l’esperienza complessiva.
Attenzione però: il mercato degli integratori è pieno di prodotti inutili, venduti sulla base di promesse miracolose e marketing aggressivo. Sapere distinguere tra ciò che è utile davvero e ciò che è solo fuffa è fondamentale, soprattutto se vuoi evitare sprechi di soldi e illusioni.
Vediamo quindi quali integratori hanno un senso reale in chetogenica — e perché.
Elettroliti: Sodio, Potassio, Calcio e Magnesio
Uno degli effetti immediati della chetogenica è l’aumento della diuresi. Quando riduci i carboidrati, il corpo scarica rapidamente glicogeno (che trattiene acqua) e con esso una quantità significativa di liquidi e sali minerali. Questo è il motivo per cui molti avvertono stanchezza, crampi, mal di testa o irritabilità nei primi giorni: non è colpa della dieta, è una carenza elettrolitica mal gestita.
La cosiddetta Keto Flu (influenza chetogenica) è prevedibile e facilmente evitabile con una corretta integrazione già dai primissimi giorni. Se ti senti male, non è normale: è un segnale chiaro che stai trascurando l’equilibrio minerale.
Magnesio e Potassio
Sono fondamentali per il bilancio idroelettrolitico, la contrazione muscolare e il funzionamento del sistema nervoso. Un’integrazione moderata ma regolare può fare la differenza soprattutto se soffri di crampi, stanchezza o sonno disturbato.
Cosa scegliere: prodotti senza zuccheri aggiunti o edulcoranti inutili. Alcuni validi esempi: SNS TED, Massigen Magnesio e Potassio Zero Zuccheri. Evita i classici integratori effervescenti da supermercato: spesso contengono zuccheri o dolcificanti che possono interferire con la chetosi.
Sodio
Il sodio è demonizzato da anni, ma in chetogenica è il tuo alleato. Non assumerne abbastanza significa avvertire cali energetici, giramenti di testa e calo della pressione.
Come assumerlo: basta aggiungere 1-2 grammi di sale al giorno (meglio se marino integrale o rosa) direttamente ai pasti. Oppure, se salti i pasti o sudi molto, puoi scioglierlo in acqua e berlo lentamente.
No, l’acqua non basta da sola: se perdi solo liquidi e non reintegri i sali, peggiori la situazione.
Calcio
Se assumi latticini in modo regolare (formaggi stagionati, yogurt greco, burro, ecc.), è difficile avere carenze reali di calcio. Ma attenzione: se li eviti o ne consumi pochi, verifica l’assunzione con un’integrazione adeguata o includendo fonti come sardine, semi di sesamo o acqua mineralizzata.
Nota importante:
La carica elettrolitica è la prima cosa da mettere a posto se vuoi che la dieta funzioni e che tu stia bene. Aspettare di stare male per correre ai ripari è un errore evitabile. Non serve aspettare i sintomi per iniziare a integrare: fallo da subito, e ti risparmi la “crisi del terzo giorno”.
Vitamine e Minerali: Serve un Multivitaminico?
Partiamo da una verità scomoda: assumere tutti i micronutrienti solo dal cibo è possibile, ma è raro.
Per riuscirci servirebbe una dieta perfettamente bilanciata, varia, con verdure di stagione, cotture delicate, fonti animali selezionate, attenzione quotidiana.
E la realtà? La maggior parte delle persone segue uno schema alimentare ripetitivo, ridotto nelle scelte e spesso carente in alcune vitamine e minerali chiave.
La Dieta Chetogenica, purtroppo, tende ad accentuare questo rischio, soprattutto se non prevede un buon consumo di verdure a basso contenuto glucidico o se si eliminano intere categorie alimentari senza sostituzioni consapevoli.
Quando il multivitaminico ha senso (e quando no)
Ha senso integrarlo se:
La tua dieta è monotona e mangi sempre le stesse 5 cose.
Consumi poche verdure o le cuoci sempre troppo (perdi molti micronutrienti).
Sei in un periodo stressante, ti alleni tanto o dormi male (maggiore fabbisogno).
Hai caduta dei capelli, unghie fragili, pelle spenta: spesso è una carenza da stress nutrizionale (zinco, biotina, ferro, vitamina A e D sono i più coinvolti).
Segui una chetogenica molto restrittiva e sei ancora in fase di adattamento.
Non serve invece se:
Segui una dieta ben bilanciata e variata, ricca di verdure, carne, uova, pesce, frattaglie e formaggi.
Hai già incluso integrazioni mirate (es. elettroliti, vitamina D, omega-3, ecc.) in base alle tue reali carenze o esigenze.
Quali multivitaminici scegliere?
Evita le formulazioni da discount o prodotti “di moda” con 10.000 ingredienti. Scegli prodotti completi, ma essenziali, ben assorbibili, con dosaggi coerenti al fabbisogno reale. Alcuni esempi validi:
Supradyn Ricarica: ottimo per chi si sente scarico, contiene anche CoQ10 e magnesio.
Multicentrum Donna/Uomo: buona copertura generale.
Metaviva (di Metagenics): qualità superiore, ideale in contesti più specifici o come supporto professionale.
Fibra: Il Ruolo dello Psillio
Uno degli effetti collaterali più comuni all’inizio di una dieta chetogenica è la stitichezza. Non è un caso, ma una conseguenza diretta della drastica riduzione dei carboidrati, che porta con sé un calo netto dell’introito di fibre. Eliminando frutta, cereali integrali e legumi, togli gran parte delle fonti principali di fibra della dieta occidentale.
E se non ci fai attenzione, il tuo intestino lo farà al posto tuo.
Perché la fibra è fondamentale?
Per il microbiota intestinale
Le fibre alimentari — soprattutto quelle solubili e fermentabili — sono il nutrimento preferito dei batteri intestinali buoni. Una dieta chetogenica povera di fibra può alterare l’equilibrio della flora intestinale, influenzando digestione, immunità e perfino l’umore.
Per il senso di sazietà
La fibra rallenta lo svuotamento gastrico, regolarizza l’assorbimento dei nutrienti e aumenta la percezione di pienezza dopo il pasto. In poche parole: aiuta a mangiare meno, senza sentirsi affamati.
Per la salute metabolica e intestinale
La fibra regolarizza il transito intestinale, migliora la glicemia post-prandiale e può abbassare il colesterolo. Ignorarla solo perché “non fa chetosi” è un errore da principianti.
Fabbisogno indicativo: tra i 20 e i 40 grammi di fibra al giorno.
Come raggiungerlo?
1. Con alimenti a basso contenuto di carboidrati ma ricchi di fibra:
Zucchine, finocchi, cavolfiori, broccoli, cetrioli, funghi.
Semi di chia e di lino.
Avocado e noci (con moderazione).
2. Quando serve, con integrazione mirata: lo psillio.
Lo psillio (Plantago ovata) è una fibra solubile e gelificante, non fermentabile, perfetta per la dieta chetogenica. Aiuta a migliorare il transito, ridurre il gonfiore e aumentare la sazietà, senza impatto significativo sulla chetosi.
Prodotto consigliato: Psyllogel Fibra, meglio se in versione neutra, senza zuccheri o edulcoranti.
Come assumerlo: 1 cucchiaino in un bicchiere d’acqua, 1 o 2 volte al giorno. Bevi subito e abbina sempre un buon apporto di liquidi nella giornata per evitare l’effetto opposto (soprattutto se già soffri di intestino pigro).
Olio MCT: Un Aiuto per la Chetosi?
L’olio MCT (acronimo di Medium Chain Triglycerides, ovvero trigliceridi a catena media) è un tipo particolare di grasso, presente in natura soprattutto nell’olio di cocco. A differenza dei grassi “normali” (a catena lunga), gli MCT non richiedono bile né enzimi pancreatici per essere digeriti e vengono assorbiti direttamente nel fegato, dove vengono rapidamente convertiti in chetoni.
In pratica, sono una fonte di energia veloce che può favorire e sostenere la chetosi, soprattutto nelle fasi iniziali o nei momenti in cui l’energia mentale e fisica è più bassa.
Quando può essere utile?
Per accelerare l’ingresso in chetosi
In fase iniziale o dopo uno sgarro con carboidrati, l’olio MCT può favorire una più rapida produzione di corpi chetonici e facilitare il ritorno alla chetosi.
Per fornire energia immediata
Gli MCT non richiedono passaggi complessi per essere utilizzati: sono metabolizzati velocemente, rendendoli ideali in momenti di stanchezza mentale, calo energetico o prima di un workout in chetogenica.
Per supportare l’ossidazione dei grassi
L’introduzione controllata di MCT può stimolare lievemente la termogenesi e l’utilizzo dei grassi come carburante, anche se non è un brucia-grassi miracoloso come spesso viene venduto.
Ma serve davvero?
No, non è essenziale.
Molte persone fanno un’ottima dieta chetogenica senza mai toccare l’olio MCT. Tuttavia, può essere uno strumento interessante per chi cerca un supporto extra in determinati contesti:
Calo di energia improvviso
Rientro in chetosi dopo una fase meno pulita
Pre-workout in fase low carb
Come usarlo (senza farsi male)?
Gli MCT possono provocare disturbi gastrointestinali se assunti in eccesso o troppo velocemente. Parliamo di:
Nausea
Gonfiore
Diarrea improvvisa (anche intensa)
Regola d’oro: inizia con 5 g al giorno (1 cucchiaino) e aumenta gradualmente fino a 10-15 g, solo se ben tollerato.
Meglio assumerli durante i pasti, soprattutto nelle prime settimane, per ridurre il rischio di disturbi.
Esistono anche versioni in polvere più tollerabili (MCT in polvere microincapsulati), ma occhio agli ingredienti: no a maltodestrine o dolcificanti aggiunti.
Omega-3: Essenziali per la Salute Cardiovascolare
Tra gli integratori davvero utili, gli Omega-3 occupano un posto di rilievo, non solo per chi segue una dieta chetogenica, ma per chiunque voglia preservare salute cardiovascolare, funzione cerebrale e controllo dell’infiammazione sistemica.
La dieta moderna è fortemente sbilanciata verso gli Omega-6 pro-infiammatori, presenti in abbondanza in oli vegetali raffinati e alimenti industriali. Gli Omega-3, al contrario, hanno un effetto antinfiammatorio, protettivo e riequilibrante, ma sono spesso carenti nell’alimentazione quotidiana.
Perché sono importanti?
• Riducono l’infiammazione di basso grado
Uno squilibrio nel rapporto Omega-6/Omega-3 è associato a uno stato infiammatorio cronico, legato a condizioni come insulino-resistenza, obesità viscerale, patologie autoimmuni e disturbi dell’umore. Integrare correttamente gli Omega-3 aiuta a contrastare questa tendenza.
• Migliorano il profilo lipidico
EPA e DHA (i due principali acidi grassi Omega-3) contribuiscono a ridurre i trigliceridi, aumentare l’HDL e modulare positivamente l’infiammazione delle pareti vascolari.
• Supportano il cervello e la funzione cognitiva
Il DHA è un componente chiave del tessuto cerebrale. Bassi livelli sono stati associati a peggioramento dell’umore, cali di concentrazione e maggiore rischio di declino cognitivo.
Dove si trovano?
Fonti alimentari principali:
Pesci grassi: salmone selvaggio, sgombro, aringhe, sardine, alici.
Noci, semi di lino e di chia: fonti vegetali di ALA (precursore degli Omega-3), con conversione limitata in EPA e DHA.
➡ Se non consumi pesce grasso almeno 2-3 volte a settimana, è fortemente consigliabile integrare direttamente EPA e DHA, forma attiva e biodisponibile.
Quali integratori scegliere?
Evita prodotti economici e di bassa qualità: molti contengono dosaggi bassi, oli ossidati o contaminanti ambientali (metalli pesanti, diossine).
Prodotti consigliati per efficacia e purezza:
Pufagenics (Metagenics): alta concentrazione, certificato IFOS, ottima purezza.
Omegor Vitality: tra i più noti per qualità, con livelli elevati di EPA e DHA e controlli stringenti.
Scegli sempre formulazioni in forma trigliceride o re-esterificata, più facilmente assorbibili rispetto all’etilestere.
Dosaggio indicativo: 1000-2000 mg al giorno di EPA + DHA combinati, salvo diverse indicazioni cliniche.
Probiotici: Per un Intestino in Salute
Una dieta chetogenica ben impostata può migliorare molti parametri metabolici, ma non è neutra per l’intestino. La drastica riduzione dei carboidrati (soprattutto delle fibre fermentabili) modifica la composizione del microbiota intestinale, riducendo alcune specie benefiche che si nutrono proprio di quei substrati.
Inoltre, la transizione da uno stile alimentare più “standard” alla chetogenica (e viceversa), può generare alterazioni temporanee a livello digestivo: gonfiore, stitichezza, sensazione di “fermentazione” o cambiamenti di consistenza delle feci.
Ecco perché, in alcuni casi, l’integrazione mirata con probiotici e prebiotici può fare la differenza.
Quando ha senso usarli?
• In fase di reintroduzione dei carboidrati
Dopo un periodo di chetosi prolungata, reintrodurre carboidrati (anche da fonti sane) può causare gonfiore, meteorismo o feci irregolari. Il microbiota deve riadattarsi, e i probiotici possono facilitare questa transizione.
• Dopo alterazioni intestinali evidenti
Se noti episodi di gonfiore ricorrente, stipsi ostinata o scariche anomale, potrebbe esserci uno squilibrio nel microbiota (disbiosi). Un probiotico ben formulato può contribuire a ripristinare equilibrio e regolarità.
• In caso di stress intestinale acuto
Viaggi, periodi di forte stress, uso di farmaci o antibiotici: sono tutti contesti in cui l’intestino può aver bisogno di supporto.
Cosa scegliere (e cosa evitare)
Il mercato è saturo di prodotti che promettono miracoli ma contengono pochi ceppi, dosaggi insufficienti o ceppi poco stabili.
Le caratteristiche di un buon integratore probiotico:
Presenza di diversi ceppi documentati (es. Lactobacillus, Bifidobacterium, Saccharomyces boulardii).
Dosaggio minimo: almeno 10 miliardi di UFC (unità formanti colonie).
Associazione con prebiotici (fibre che nutrono i probiotici) per un effetto sinergico più efficace.
Prodotto consigliato:
SNS Start (SNS): combinazione intelligente di prebiotici + probiotici, formulata proprio per sostenere il microbiota in fase di transizione metabolica o alimentare.
Evita i probiotici generici da banco o i fermenti lattici “classici”: sono spesso sottodosati, privi di ceppi selezionati e con scarsa efficacia clinica.
Creatina: Performance Fisica e Preservazione Muscolare
La creatina è uno degli integratori più studiati e supportati dalla letteratura scientifica, ma nonostante questo viene spesso trascurata nei percorsi chetogenici. Il motivo? Troppi ancora la associano solo alla “palestra” o al “bodybuilding”, senza comprenderne il reale potenziale, anche in ottica funzionale e metabolica.
In realtà, la creatina è un alleato prezioso in chetogenica, specialmente se ti alleni, sei in fase di ricomposizione corporea o vuoi semplicemente preservare la massa magra durante un deficit.
Perché è utile in dieta chetogenica?
• Aumenta forza e resistenza muscolare
La creatina agisce migliorando la disponibilità di fosfocreatina nei muscoli, una fonte di energia pronta per gli sforzi brevi e intensi. In chetogenica, dove il glicogeno può essere ridotto, avere una “riserva extra” può fare la differenza.
• Riduce la perdita muscolare durante il dimagrimento
Numerosi studi dimostrano che la creatina aiuta a preservare massa magra anche in condizioni di restrizione calorica, rendendola particolarmente utile nei percorsi di definizione e ricomposizione.
• Migliora il recupero
Può favorire una riduzione dei marker di danno muscolare e dell’infiammazione post-allenamento, velocizzando il recupero e sostenendo la frequenza degli allenamenti.
Come usarla correttamente
Dose consigliata:
3–5 grammi al giorno, tutti i giorni, indipendentemente dall’allenamento. Non serve ciclizzare o fare fasi di carico.
Forma consigliata:
Creatina monoidrato micronizzata, la più studiata, sicura ed efficace. Evita blend costosi o formule “ultra-tecnologiche”: non offrono vantaggi reali.
Se fai allenamento con i pesi o sport ad alta intensità, la creatina non è un bonus, è una base solida. La sua assenza è spesso una delle cause invisibili di calo della performance o stallo nella ricomposizione corporea.
Integratori Inutili o Sopravvalutati
Il mondo della nutrizione è pieno di integratori venduti come “essenziali”, anche quando non servono a nulla in una dieta ben strutturata. Alcuni sono solo superflui, altri invece rientrano a pieno titolo nella categoria “scam”: prodotti spinti dal marketing senza alcun supporto reale, venduti per sfruttare la disinformazione e le false speranze.
In questa sezione distingueremo:
Gli integratori falsamente considerati indispensabili, ma che in realtà sono inutili per la maggior parte delle persone (es. proteine in polvere, aminoacidi).
I prodotti ingannevoli promossi come “brucia grassi” o “aiuto alla chetosi” (es. chetoni esogeni), che non solo non servono, ma spesso illudono e fanno sprecare soldi.
Proteine e Aminoacidi
Inutili se assumi già abbastanza proteine con la dieta. Se la tua alimentazione include regolarmente carne, pesce, uova, formaggi, latticini interi, affettati di qualità o alternative vegetali ben calibrate, non hai alcun bisogno di integrare proteine in polvere o aminoacidi. Il corpo ha un limite nella sintesi proteica e assumere di più non significa ottenere di più: l’eccesso non viene trasformato in muscolo, ma semplicemente convertito in energia o eliminato.
Allo stesso modo, integrare aminoacidi essenziali (EAA) o ramificati (BCAA) quando segui una dieta già ricca in proteine è del tutto ridondante.
Quando possono essere utili?
Per comodità e praticità
In alcuni casi le proteine in polvere possono rappresentare una soluzione pratica, non una necessità:
Colazioni o spuntini veloci quando sei di fretta o fuori casa.
Difficoltà a mangiare cibi solidi (post-intervento, nausea, scarso appetito).
Lavoro su turni, pasti saltati, logistica complessa.
In questi casi, un buon isolato proteico o un blend caseina + siero può essere un’opzione intelligente per mantenere costante l’apporto proteico giornaliero, senza ricorrere a soluzioni meno sane o sbilanciate.
In ambito sportivo
Per chi si allena con costanza, soprattutto in allenamenti ad alta intensità o di forza, raggiungere una quota proteica adeguata è fondamentale per:
Ottimizzare la sintesi proteica.
Migliorare il recupero.
Ridurre la perdita di massa magra in deficit calorico.
Se non riesci a coprire le tue esigenze (1.6–2.2 g/kg di peso corporeo/die) solo con l’alimentazione, una quota di proteine in polvere può essere utile.
Attenzione però: non serve berle attorno all’allenamento in modo compulsivo, basta inserirle nel totale giornaliero.
Gli aminoacidi (EAA o BCAA)?
Gli EAA (aminoacidi essenziali completi) possono avere senso in cut aggressivi o situazioni a basso introito calorico per mantenere lo stimolo anabolico anche con meno cibo.
I BCAA, invece, sono raramente utili se assumi già proteine complete. In soggetti non allenati o ben nutriti, non aggiungono benefici reali né sulla performance né sul recupero.
Nota chiave: se ti alleni a stomaco vuoto (es. al mattino presto) e non riesci a fare colazione, una dose di EAA o proteine idrolizzate può rappresentare un compromesso per ridurre il catabolismo muscolare, ma non è necessaria in chi mangia regolarmente dopo l’allenamento.
Parentesi importante: attenzione agli schemi “keto” basati su proteine o aminoacidi
Sempre più spesso vengono proposti schemi chetogenici che ruotano attorno all’uso di proteine in polvere o aminoacidi come base dell’alimentazione quotidiana. Questi piani promettono dimagrimento rapido o facilità di esecuzione, ma sono spesso sbilanciati, inefficaci e controproducenti sul medio-lungo termine.
Una dieta chetogenica non è una dieta iperproteica, e non si basa su shake e bustine: il suo scopo è favorire la chetosi attraverso una gestione precisa dei macronutrienti, in cui i grassi giocano un ruolo centrale. L’eccesso proteico può interferire con la chetosi, oltre a rendere la dieta più difficile da seguire e meno saziante.
Spesso questi schemi vengono proposti in modo ingannevole, con lo scopo di vendere direttamente prodotti proteici, integratori o piani preconfezionati. Il risultato? Spendi soldi inutilmente per una strategia che non ti educa, non ti rende autonomo, e ti rende dipendente da prodotti.
Se la tua chetogenica si regge su barrette, polveri o beveroni, non stai imparando a mangiare, stai solo sostituendo una dipendenza con un’altra.
Drenanti per la ritenzione idrica
Uno dei maggiori paradossi è vedere proposti drenanti in una dieta — come la chetogenica — che per sua natura elimina già la ritenzione idrica. Già nei primi giorni, la riduzione dei carboidrati abbassa i livelli di insulina e stimola l'escrezione di sodio e liquidi: è fisiologico urinare di più e sgonfiarsi rapidamente, anche senza toccare nulla.
Eppure, proprio in questo contesto, si vedono sempre più spesso drenanti “di supporto” venduti come indispensabili. La verità? Non solo non servono, ma possono essere controproducenti.
Perché sono un problema?
Favoriscono ulteriori perdite di elettroliti, già critici in fase chetogenica, peggiorando stanchezza, crampi, giramenti di testa, irritabilità.
Non risolvono nulla, perché la ritenzione cronica non si combatte svuotando il corpo a forza, ma indagando la causa: squilibri ormonali, stress, infiammazione, disbiosi intestinale, sedentarietà.
Rinforzano la mentalità da “pillola magica”, illudendo che basti una bustina aromatizzata al pompelmo per eliminare ciò che dipende da anni di cattive abitudini.
Ma soprattutto, vengono spesso venduti in pacchetti preconfezionati, insieme ad aminoacidi, barrette proteiche e piani standardizzati, con lo scopo di lucrare il più possibile: non sulla tua salute, ma sulla tua insicurezza. Se qualcuno ti propone un percorso “chetogenico” con drenante incluso hai già la risposta: non è un percorso serio, è una truffa travestita da consulenza.
Chetoni Esogeni: Marketing travestito da scienza
I chetoni esogeni sono tra i prodotti più venduti nell’universo “keto”, spinti con promesse che sembrano miracolose: entrare in chetosi più velocemente, dimagrire di più, bruciare più grasso, migliorare energia e lucidità mentale. Ma cosa fanno davvero?
La risposta breve: niente di utile, se segui già una dieta chetogenica come si deve.
Vediamo punto per punto:
• Non fanno dimagrire.
Assumere chetoni esogeni non stimola la chetosi endogena, quella che porta il corpo a bruciare i propri grassi. Al contrario: se fornisci chetoni pronti dall’esterno, il corpo ha meno bisogno di produrli da sé. Risultato? Potresti rallentare il dimagrimento, non accelerarlo.
• Non ti mettono “in chetosi” nel senso che credi.
Sì, dopo l’assunzione il tuo livello di chetoni nel sangue salirà. Ma non è lo stesso tipo di chetosi metabolica che ottieni col digiuno o con una dieta chetogenica vera. È chetosi artificiale, e temporanea. Non hai attivato il tuo metabolismo dei grassi: hai solo bevuto una sostanza che lo imita per qualche ora.
• Non servono a niente se sei già in chetosi.
Se stai già producendo chetoni naturalmente (che è il vero obiettivo della dieta), non c'è alcun motivo valido per assumerli dall’esterno. Non migliorerai la performance, né la lucidità, né la lipolisi. È come aggiungere benzina a un serbatoio già pieno: inutile, e spesso dispendioso.
• Non puoi mangiare carboidrati e “restare in chetosi” grazie ai chetoni esogeni.
Questa è la bugia più pericolosa: l’idea che tu possa mangiare pane e dolci e rimanere “in chetosi” solo perché bevi un prodotto esogeno. Non funziona così.
La chetosi è una risposta del corpo a un preciso stato metabolico, non un interruttore che puoi accendere a comando. Se mangi troppi carboidrati, il corpo torna a usare glucosio come carburante, che ci siano chetoni nel sangue o meno.
In sintesi?
I chetoni esogeni sono utili solo per chi NON segue una dieta chetogenica e vuole simulare (male) alcuni effetti della chetosi per motivi terapeutici, sportivi o sperimentali.
Se invece sei già in chetosi grazie all'alimentazione, non ti servono. Anzi, possono ostacolare l’autoregolazione metabolica che stai cercando di sviluppare. Chi li propone come parte di un “protocollo dimagrante” o “biohacking” keto-friendly lo fa perché ci guadagna, non perché ti serve davvero.
Brucia Grassi: Il mito più venduto (e meno utile)
Parliamo chiaro: i “brucia grassi” da banco non servono a dimagrire. Nessuna capsula al mondo, venduta legalmente come integratore, ha il potere di trasformare il tuo corpo in una macchina brucia-calorie mentre continui a mangiare male o non ti muovi.
Gli unici “brucia grassi” realmente efficaci sono o illegali, o farmaci soggetti a prescrizione medica.
E hanno effetti collaterali non da poco: aumento della pressione, tachicardia, insonnia, ansia, dipendenza. Parliamo di molecole come clenbuterolo, efedrina o farmaci anoressizzanti. Tutto il resto? Marketing.
Gli integratori termogenici “legali” non offrono benefici rilevanti.
Contengono stimolanti (quasi sempre caffeina) per alzare leggermente il metabolismo. Ma l’aumento del dispendio calorico è ridicolo, nell’ordine di 50-100 kcal al giorno… l’equivalente di una mela masticata lentamente. E il tutto condito da insonnia, agitazione e tolleranza che si sviluppa nel giro di pochi giorni.
Non attivano la chetosi. Non sciolgono il grasso localizzato. Non risolvono nulla.
Ti danno solo l’illusione che qualcosa si stia muovendo — magari perché sudi un po’ di più — ma non stanno agendo sul vero problema: il bilancio energetico, l’educazione alimentare e la costanza.
In sintesi:
I brucia grassi non sono strumenti. Sono scorciatoie finte. La loro esistenza si basa sull’ansia da risultato immediato, e chi li propone in abbinamento alla dieta lo fa per venderti una soluzione rapida — che funziona solo nel suo portafoglio. Se vuoi dimagrire, c'è una sola strada: mettere in condizione il corpo di bruciare grassi, non costringerlo con stimoli esterni. E questo lo fai con una dieta ben strutturata, uno stile di vita attivo, e magari un po’ di pazienza in più.
Meno illusioni, più consapevolezza
Nel panorama della dieta chetogenica, gli integratori possono essere un supporto utile, ma non sono né la base del percorso né la chiave del successo. Troppo spesso vengono proposti come scorciatoie, quando in realtà dovrebbero essere strumenti intelligenti, mirati e usati con criterio.
Prima viene sempre il cibo.
Una dieta chetogenica ben strutturata, varia e consapevole può coprire gran parte dei tuoi bisogni.
Poi viene l’integrazione, se serve.
Solo per colmare carenze vere, migliorare l’aderenza o facilitare la transizione.
Mai fidarti di chi ti propone “kit” o “scorciatoie” per dimagrire senza impegno.
La promessa facile nasconde quasi sempre un interesse commerciale.